Il metodo.
- Silvia Cataudella
- 10 set 2014
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 15 giu 2023
All'inizio, un'immagine si forma nella mia mente in modo sempre più definito, quasi implorando di essere trasferita su un supporto più tangibile e duraturo. Questa immagine si concretizza quindi in un bozzetto, disegnato rigorosamente in bianco e nero e nelle proporzioni che assumerà nella sua forma finale su carta, tavola o tela.
Il colore, seppur ancora invisibile materialmente, è già deciso e annotato negli spazi bianchi, almeno in linea di massima. Successivamente, trasferisco il disegno sul supporto, che ho opportunamente preparato con una imprimitura o un primer.
È con l'applicazione del colore che le mie creazioni prendono vita in modo serio, tanto da talvolta guidarmi in una direzione molto diversa rispetto a quella originariamente intuibile. I volti sono i primi a materializzarsi, e la loro espressione definisce la tonalità emotiva dell'opera, potendo persino spingermi a cambiare stile o scegliere nuove sfumature cromatiche. Tuttavia, se nutro incertezze su un particolare del dipinto, preferisco iniziare a stendere il colore proprio lì, per chiarirmi le idee, eliminare le indecisioni e procedere speditamente verso la conclusione dell'opera.
Quando trovo l'ispirazione giusta, divento un turbine inarrestabile. Detesto lasciare i miei lavori in sospeso per giorni, poiché con il passare del tempo avverto spiacevolmente che l'emozione iniziale si attenua e la visione perde efficacia. Mi capita persino di saltare i pasti pur di non interrompere il flusso creativo prima di completare l'opera.
Tuttavia, con il tempo si cresce e si cambia. Per i miei lavori più recenti, ho preferito prendere più tempo per riflettere sulle scelte fatte e raggiungere uno stile più maturo e meno istintivo. Sono estremamente soddisfatta di essere riuscita a compiere questa "svolta" senza compromettere o alterare l'impronta emotiva iniziale.

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